È tornato il sereno sui mercati azionari europei, grazie all’esito delle elezioni francesi che domenica scorsa hanno sancito la vittoria del candidato europeista Macron e lo stop alla concorrente il cui successo avrebbe messo in serio rischio la tenuta del progetto europeo comunitario. I mercati, sin dall’esito del primo turno – che comunque aveva visto la Le Pen incassare un buon numero di voti – hanno percepito che il pericolo di una “Frexit” stava per essere scampato. Il bottino di Macron, sommato all’appoggio di chi era disposto a votarlo anche solo per non far vincere l’estrema destra, ha messo le ali nei giorni immediatamente successivi alle borse europee. L’EuroStoxx 50 ha guadagnato il 4% in una sola seduta il lunedì dopo il primo round e sta mantenendo il trend positivo tuttora: rispetto al 21 aprile – ultimo giorno di borsa prima della tornata elettorale – la performance è pari al +5,7%, portando così quella da inizio anno al +9,9%.

Non solo, l’entusiasmo da pericolo scampato ha permesso all’indice europeo di riavvicinarsi ai massimi degli ultimi due anni: con gli attuali 3.637,52 punti è stata superato lo scoglio dei 3.500 punti che non si vedevano da fine 2015 e vede l’obiettivo dei 3.700.

I livelli raggiunti e il momentum positivo ci inducono ad essere positivi sulle prospettive del mercato azionario del vecchio continente. Il superamento di quota 3.700 porrebbe come primo obiettivo la chiusura del gap dai massimi del 2015, in area 3.800 punti, e al momento non vediamo segnali che possano portare a pensare a un’inversione di tendenza.
Un ulteriore fattore positivo è rappresentato dalla volatilità. All’avvicinarsi delle presidenziali era schizzato a 25 punti – l’ultima volta che si è osservato tale livello era in occasione delle elezioni americane di novembre scorso – salvo poi invertire bruscamente la rotta appurati i primi risultati. Ad oggi la volatilità dell’Eurostoxx 50 continua a scendere – anche se con minor vigore – attestandosi sotto quota 15 punti e “vedendo” quota 11,47, minimo dal 2016 e toccati a marzo di quest’anno.

Tutto ciò significa che la tensione sul mercato europeo si è allentata, permettendo agli operatori di guardare con più fiducia al prosieguo dell’anno.

Considerando che le quotazioni sono ancora a livelli interessanti, decisamente meno care delle azioni USA, l’economia continentale cresce e i principali pericoli politici per la tenuta dell’Unione Europea sono stati sventati (Francia ma anche Olanda prima), l’equity europeo dovrebbe a nostro parere guadagnare ancora maggiore interesse da parte degli investitori.

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