A causa della forte volatilità registrata sui mercati finanziari in questo inizio di 2016, una delle domande più frequenti che l’investitore si è posto è legata all’opportunità o meno di alleggerire – scaricando rischio – il portafoglio.
Molte volte, anche in presenza di trend di breve termine ben definito, non riusciamo a chiudere le nostre posizioni: se il fattore psicologico contribuisce sicuramente ad influenzare questa decisione (aspetto che i mercati risalgano, aspetto che Fiat torni sopra il livello di 8 euro…), può capitare altresì come l’asset allocation strategica – che ha una visione di medio lungo periodo – non ci restituisca dei segnali chiari per modificare/integrare la composizione del nostro portafoglio. Cosa fare per stabilizzare la volatilità e quindi il valore del nostro portafoglio? Oppure, ancora, in caso di nuova liquidità da investire, conviene aspettare o entrare sul mercato rischiando nel breve termine di essere penalizzato dalla volatilità?
Una delle risposte possibili risiede nella strategia della politica di investimento dei cosiddetti fondi market neutral (noti anche come fondi alternativi): obiettivo di questi fondi è quello di essere decorellati dall’andamento dei mercati (obbligazionario e azionario) attraverso l’implementazione di strategie long/short su singole azioni/obbligazioni e/o indici. In pratica anche in presenza di mercati molto negativi, il fondo cercherà di restituire una performance positiva: la stella polare è la ricerca di rendimento in qualsiasi condizione di mercato.
In questi strumenti, come facilmente intuibile, la delega di operativitá per il gestore è molto ampia: il rendimento del fondo è quindi più che mai legato alla qualità del gestore stesso. La fase di selezione del fondo è quindi determinante (a differenza dei fondi direzionali) e diventa il momento più complesso del processo di investimento.
La strategia sottostante tipica di questi fondi prevede la selezione titoli di società che secondo il gestore potranno crescere di valore (esposizione long), con la peculiarità di poter contemporaneamente prendere anche posizioni short (vendita allo scoperto): se un gestore pensa che un particolare titolo sia scambiato a un prezzo superiore al suo valore intrinseco, può scommettere sul suo ribasso. La combinazione di posizioni lunghe e corte ha storicamente portato a rendimenti molto diversi rispetto agli investimenti long-only, con una minore volatilità e cali più contenuti dei rendimenti anche durante le maggiori fasi ribassiste. Dall’altro lato della medaglia, è doveroso sottolinerare e comprendere come nei grandi rally di mercato, le strategie long/short tendono a sottoperformare rispetto a un tradizionale portafoglio long-only.
Dal momento che l’alto grado di volatilità sarà l’unica certezza per il 2016, i fondi market neutral possono essere considerati una buona risposta per stabilizzare il valore dei portafogli. Inoltre possono essere utilizzati per approfittare di particolari condizioni di mercato come quella attuale dove l’azione contemporanea di più banche centrali ha prodotto valori azionari/obbligazionari molto distanti da quelli fondamentali; o ancora per l’investitore in cerca di driver di performance alternativi per effetto dei rendimenti negativi espressi dalle curve dei titoli di Stato.
La sezione di più fondi permetterà di sfruttare l’effetto diversificazione delle molteplici strategie implementate dai gestori. Di seguito viene presentata una selezione di fondi market neutral per investitore retail: la scelta è ricaduta su quei fondi che sono riusciti a restituire una performance positiva da inizio anno.
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