Trent’anni fa Bazoli e Cuccia – il primo al Banco Ambrosiano, a Mediobanca il secondo – giocavano sulla scacchiera della Finanza italiana a colpi di arrocchi e interposizioni; oggi Messina, CEO di IntesaSp, e il duo Nagel e Donnet per la Compagnia Assicurativa sembrano ricalcare le mosse dei loro predecessori. La partita del secolo per il controllo del risparmio gestito delle famiglie italiane, pari a 1.943 miliardi di euro, è iniziata.
In molti hanno giustificato la possibile mossa di acquisizione di Generali da parte IntesaSp come una difesa dell’italianità della prima Compagnia Assicurativa del Paese, una riposta all’ondata di finanza francese che negli ultimi mesi ha messo assegno un paio di colpi sul mercato dei capitali italiano.
Le ragioni, quelle che non si possono/vogliono raccontare, non potrebbero essere più diverse. Per capirlo è necessario partire da un’analisi del sistema del risparmio gestito in Italia. La prima e fondamentale domanda a cui rispondere è la seguente: chi gestisce i soldi degli italiani? Italiani, popolo bistrattato per tanti motivi, ma costituito per lo più da risparmiatori, ovvero masse da gestire.
Il 2016 ha visto chiudere l’anno con il record di masse in gestione: secondo Assogestione la cifra è pari a 1.943 miliardi di euro. Metà di questi soldi sono investimenti diretti in fondi comuni, per l’altra metà si tratta di mandati di gestione (polizze ramo primo, ramo terzo, gestioni patrimoniali). Per comprendere il “valore” di questo numero evidenziamo come la parte di debito pubblico italiano rappresentata da Titoli di Stato sia pari a 1.825 miliardi di euro: in pratica, domani mattina, gli italiani potrebbero comprare tutto il debito negoziabile della Repubblica Italiana. Ovviamente queste masse in gestione producono dei ricavi per le aziende specializzate a cui viene demandata la gestione (il costo per la sottoscrizione – upfront fee – e gestione del prodotto finanziario/assicurativo contratto – running fee): ipotizzando una commissione media annua che oscilla da un minimo dell’1% ad un massimo del 2%, il sistema produce ogni anno circa 30 miliardi di euro commissioni. La torta è evidentemente ricca.
Una volta rappresentato il numero del Sistema Italia, analizziamo a quali e quante aziende sia demandata la gestione delle ricchezze degli italiani. Nella Top 15 dei Gruppi troviamo nella prima posizione Generali con una quota del 25% del mercato e in seconda posizione la galassia IntesaSanpaolo (Fideuram + Eurizon) con una quota del 20%.
La ricchezza degli italiani è quindi gestita in maggioranza da due soli Gruppi. Pensiamo adesso a cosa potrebbe accadere al mercato se questi ultimi due dovessero formare un unico Gruppo: di fatto avrebbero il monopolio del risparmio gestito italiano. Inoltre, per effetto del significativo sviluppo della rete di IntesaSp Vita, nel settore delle polizze vita ci sarebbe un monopolio non solo de facto ma sostanziale con cifre superiori al 60%. L’Opa sul settore del risparmio gestito è pronta.
In questo contesto esperti/analisti puntano l’indice soprattutto sugli aspetti negativi dell’operazione, che ha indubbiamente un elevato rischio di esecuzione. Le strutture normative potrebbero essere poco favorevoli imponendo un rafforzamento aggiuntivo del capitale. In più, continuano, esistono diversi problemi legati all’Antitrust e al cosiddetto Danish Compromise (regola secondo la quale gli investimenti assicurativi vengono trattati come attivi ponderati per il rischio – RWAs – anziché dedotti direttamenti dal capitale). Anche le tecnicalità dell’operazione sono messe sotto la lente: scambio di azioni puro o con parziale premio in cash e a quali prezzi, anche alla luce delle recenti movimenti sulla capitalizzazione dei due Gruppi. Quali le sinergie? Poche, tante?
Mentre i fogli excel si moltiplicano per capire i pro e contro dell’operazione l’AD di IntesaSanpaolo ha fatto la sua mossa e Fatto scacco al Re delle polizze (i numeri di cui sopra lo dimostrano). Il premio per la partita? Uno dei più ricchi mercati del Risparmio Gestito dell’Unione Europea: i risparmi degli italiani.
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