Referendum su Brexit, elezioni politiche in Spagna, possibile aumento tassi negli Stati Uniti, rallentamento economia Cina, deflazione in Europa, prezzo materie prime, sono tutte i fattori di rischio/volatilità che potrebbero farci passare una “calda” estate. Cosa fare per mettersi al riparo sotto l’ombrellone? Una buona asset allocation strategica e un conseguente livello appropriato di diversificazione del nostro portafoglio sono sicuramente – sempre – una risposta efficace; allo stesso tempo al fine di scaricare un po’ di rischio, visto i numerosi cigni neri presenti sul mare agitato dei mercati, potrebbe risultare interessante sfruttare le strategie presenti nel mondo degli ETF Smart Beta, in questo caso la strategia minimum volatility.

Gli ETF Smart Beta sono prodotti relativamente nuovi, molto pubblicizzati, apprezzati e allo stesso tempo criticati (qualcuno li ha definiti Dumb Beta…). Scopo di questo articolo è portare l’investitore ad una scelta consapevole, qualunque sia… Per fare questo facciamo un passo indietro e cominciamo dalle basi.

Cosa sono gli ETF?

Gli ETF, exchange traded fund, sono organismi di investimento collettivo del risparmio (fondi comuni e SICAV) di tipo aperto le cui quote/azioni sono negoziati in borsa. E’ possibile comprare e vendere gli ETF tramite banche o SIM abilitate durante l’orario di contrattazione ufficiale. Ogni ETF mira a replicare il rendimento di un particolare indice di riferimento, offrendo la possibilità di ottenere un’esposizione ai mercati desiderati in modo efficace ed efficiente. I fondi possono essere a replica fisica, ossia investono nei titoli che compongono l’indice, o replica sintetica (andamento indice è replicato con strumenti derivati).

Gli ETF tradizionali hanno l’obiettivo di replicare il rendimento di un indice, per questo sono spesso definiti come investimenti indicizzati; si differenziano dai fondi attivi che hanno come obiettivo quello di ottenere rendimenti superiori rispetto al benchmark.

Mercato degli ETF

Nel corso del 2015 l’industria degli ETF ha raggiunto la ragguardevole cifra di $2,95 trilioni di asset under management (+8,3% di crescita su base annua). I nuovi flussi per il 2015 sono stati pari a $374 miliardi, con la componente di strumenti azionari che ha continuato a trainare il settore (+ $261 mld). Nel primo trimestre 2016 le masse in gestione hanno sfondato la quota dei $3 trilioni.

Grafico 1. ETF globali: Assest Under Management

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Il primo mercato rimane, per distanza, quello degli Stati Uniti che ricopre circa il 70% della quota mondiale, seguito dall’Europa (AUM $507 miliardi) dove negli ultimi anni il tasso di crescita è in costante aumento.

ETF SMART BETA, COSA SONO?

Come illustrato in precedenza comprare un ETF sull’indice EuroStoxx equivale a comprare tutte le azioni contenute nell’indice, pesate secondo una determinata composizione, ovvero ottenere un beta pari a 1 che ci permetterà di replicare fedelmente la performance dell’indice stesso. Gli ETF Smart Beta – al contrario – promettono una replica del benchmark con un Beta “migliore”, ovvero diverso da 1. Si tratta quindi di strumenti che si collocano a metà tra una gestione passiva ed una gestione attiva.

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L’obiettivo degli ETF Smart Beta è quello di battere il mercato o replicarlo assumendosi meno rischi, al pari dei prodotti di investimento attivo; allo stesso tempo promettono maggiore semplicità, trasparenza e bassi costi che sono i tipici vantaggi degli strumenti di investimento passivo.

Quali sono le strategie? come funzionano?

Un’analisi delle serie storiche ha permesso di evidenziare quali tipologie di strumenti finanziari abbiano restituito i migliori rendimenti lungo il corso della storia dei mercati finanziari. L’industria del risparmio gestito ha sviluppato delle formule che permettono di identificare queste categorie speciali di azioni/obbligazioni conosciute come gli stili o fattori di investimento. Proprio questi fattori/formule sono alla base delle strategie degli ETF Smart Beta.

Grafico 2. I fattori di investimento sottostanti alle strategie ETF Smart Beta

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Facendo uso della formula per pesare il suo indice in favore delle società considerate a sconto (in base alla strategia selezionata), l’ETF Smart Beta punta a battere il mercato detenendo maggiormente quelle tipologie di titoli che storicamente hanno registrato extra-performance/minore volatilità. Sebbene tutti e cinque i fattori sopra citati abbiano registrato storicamente importanti extra-performance rispetto al mercato, non vi è garanzia che esse continuino a farlo in futuro. Infatti:

  • All’aumentare dei volumi sui singoli fattori la correlazione con gli indici tradizionali potrebbe aumentare: il rendimento atteso potrebbe essere diverso da quello offerto in passato.
  • La rigorosa implementazione di regole sistematiche e la maggiore trasparenza non si traducono necessariamente in maggiore rendimento.
  • La performance corretta per il rischio, date le diverse volatilità e i maggiori costi di commissione, non è sempre positiva.

ETF SMART BETA : MINIMUM VOLATILITY

Dopo il breve excursus sul mondo degli ETF eccoci arrivati alla nostra protezione per l’estate. I fondi della gamma Minimum Volatility sono adatti per gli investitori alla ricerca di esposizioni azionarie che presentino livelli di volatilità inferiori rispetto a quelli degli indici tradizionali e che possano quindi contribuire a ridurre il rischio complessivo del portafoglio.

La strategia Minimum Volatility mira a selezionare dei sottoinsiemi di titoli che hanno registrato, in passato, la volatilità dei rendimenti più bassa in termini assoluti, tenendo conto di criteri di diversificazione dei rischi. Il tutto senza sacrificare il rendimento, anzi. Presentiamo qui il grafico rendimento/rischio di tre dei più famosi ETF smart beta Minimum Volatility presenti sul mercato (Lyxor).

Grafico 3. Rischio/rendimento ETF Minimum Volatility (blu) contro indice (grigio)

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Con una serie storica di cinque anni gli ETF Minimum Volatility su S&P 500, MSCI EaFe (Europa, Asia, Australia) e Paesi Emergenti hanno avuto un ritorno superiore all’indice con una volatilità inferiore.

Il grafico presenta invece le performance lorde dell’indice S&P 500 (in rosso) contro quelle dell’ETF smart beta Minimum Volatility costruito sullo stesso indice.

Grafico 4. Performance lorda ETF Minimum Volatility Lyxor contro indice S&P 500 (rosso)

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Quanto costano gli ETF Smart Beta? Le commissioni di gestione variano da un minimo di 0,20% ad un massimo di 0,60%. Non poco.

A questo link potete trovare una selezione, ad opera di DB ETF, dei 10 migliori ETF Smart Beta presenti sul mercato:

http://etfdb.com/etf-education/the-10-smart-beta-etfs-you-should-consider/

In conclusione se le aspettative dell’investitore sono per un’estate calda per i mercati finanziari, lo strumento ETF Smart Minimum Volatility – inserito all’interno di un portafoglio ben diversificato – può essere una efficiente risposta per diminuire la volatilità e quindi il rischio.

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