In pochi se lo aspettavano ma la Brexit è ora realtà. Venerdì il FTSE MIB ha chiuso a -12,5% bruciando ben 60 miliardi di Euro di investimenti, performance peggiore a quella dell’11 settembre e dell’annuncio Lehman.

A mercati chiusi possiamo individuare due importanti aspetti che gli investitori dovranno considerare nelle future scelte d’investimento:

  • La BCE ha dato un forte segnale di intervento e di efficacia mantenendo gli spread dei Paesi periferici su livelli sostenibili
  • I titoli bancari sia inglesi che europei sono stati i maggiormente colpiti poiché penalizzati non solo da previsioni economiche meno favorevoli in tutti i Paesi dell’Unione ed in Gran Bretagna ma anche da un probabile prolungamento delle politiche monetarie espansive in Europa

I mercati nei prossimi mesi peseranno non solo l’incertezza dovuta al processo di uscita ed alle sue condizioni, ma anche le forti posizioni di Scozia ed Irlanda del Nord che probabilmente indiranno referendum popolari per decidere se diventare indipendenti e restare nell’Unione.

Come muoversi in questo scenario?

Questo periodo di incertezza sarà caratterizzato da una forte volatilità che porta sicuramente un maggior rischio ad operare sui mercati ma può portare anche ad interessanti opportunità.

Dal punto di vista delle obbligazioni governative, come già anticipato, non vi dovrebbero essere movimenti eccessivi grazie agli acquisti di BOE e BCE. Potrebbe essere interessante acquistare su eventuali maggiori debolezze momentanee dovute alle future dichiarazioni sull’andamento del processo.

Sul credito a livello europeo potrebbero generarsi maggiori opportunità dovute ad asimmetrie rischio-rendimento causate dagli acquisti della BCE tramite il CSPP, mentre nel mercato inglese vi sono ancora molte incognite tra cui il possibile trasferimento di buona parte del settore finanziario fuori dal Paese, un crollo nel mercato Real Estate, la possibile futura gestione di una divisione interna del Paese, che ne rendono attualmente difficile una valutazione.

Per quanto riguarda le valute ed il mercato azionario avremo davanti mesi di forti movimenti.

La sterlina, che si trova ai minimi dall’85, è stata oggetto di fortissime oscillazioni già durante la notte tra giovedì e venerdì seguendo il flusso dei risultati elettorali e venerdì ha subito un fortissimo crollo rallentato solamente dall’intervento della BOE. Non vi sono attualmente fattori economici che possano portare la sterlina a scendere sotto l’1,25-1,30 sul dollaro ma ogni futura notizia/discorso riguardante questo processo verrà immediatamente prezzato da questo mercato.

L’Euro, anch’esso indebolito sia dalle prospettive economiche dei Paesi membri sia dalla attuale debolezza politica dell’Unione ha bisogno di una forte presa di posizione da parte dei principali leader politici europei se vuole rafforzare la sua posizione nei confronti non solo della sterlina ma soprattutto del dollaro.

Il mercato azionario inglese è stato finora il meno colpito, sostenuto da una sterlina debole che può aiutarne le esportazioni e per questo motivo i titoli delle medie imprese con un business fortemente nazionale hanno subito perdite maggiori. Le grandi “malate” del mercato risultano ovviamente le banche che, come già detto, dovranno affrontare un ambiente di tassi bassi, possibili crolli nel settore Real Estate ed una difficile situazione regolamentare per poter operare nell’Unione e nei possibili nuovi Stati indipendenti di Scozia ed Irlanda del Nord.

Sui mercati europei troviamo anche qui il settore finanziario tra i più deboli mentre settori più difensivi come l’healthcare e le utilities saranno privilegiati dagli investitori. Si stima un impatto negativo sul PIL europeo di circa l’1% e a livello politico verrà principalmente prezzato il rischio di futuri ulteriori referendum all’interno dell’Unione. Tra i titoli più interessanti troveremo ovviamente anche tutti quelli che beneficeranno della svalutazione dell’Euro.

Per chi non volesse navigare in questo mare in tempesta, nei prossimi mesi saranno sicuramente preferibili investimenti su asset statunitensi a partire dai titoli governativi che verranno visti come safe havens.

No Comment

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *