A poche settimane dal referendum sulla Brexit torniamo a parlare dell’attuale maggiore rischio economico-politico interno all’Unione. Nonostante il fronte del Bremain rimanga in testa sia nei sondaggi che nelle probabilità dei siti di scommesse inglese (che ricordiamo aver fatto le migliori previsioni in occasione del referendum scozzese), la distanza tra i due schieramenti è diminuita nelle ultime settimane.
La campagna dei due fronti si è intensificata, avvicinandoci al 23 giugno, cercando di convincere gli indecisi ma anche i sostenitori del Bremain, che si teme sottostimino il fronte opposto e non partecipino alle votazioni. In queste settimane tutte le principali istituzioni inglesi e internazionali hanno comunicato la loro preoccupazione legata ad una possibile uscita del Regno Unito dall’Unione Europea: dal FMI alla BCE (che ha richiesto agli istituti finanziari di stimare i possibili rischi legati alla Brexit sulle proprie attività), passando per la BOE che ha prospettato una possibile recessione nel Paese e il Premier Cameron, secondo il quale l’uscita dall’UE porterebbe ad una minor garanzia di pace e stabilità per l’Europa intera. Ovviamente non sono mancati gli interventi a favore dell’uscita, tra cui ha fatto sicuramente più scalpore, sia a livello nazionale che internazionale, quello dell’ex sindaco di Londra Boris Johnson che ha paragonato l’Unione Europea ad Hitler.
Avendo già evidenziato quali siano le ragioni e le possibili stime degli effetti economico-finanziari dell’uscita all’interno del nostro paper “Brexit: Il fallimento dell’Europa unita?”, si può notare come i mercati siano, nelle ultime settimane, maggiormente confidenti in un risultato a favore della permanenza nell’Unione. La sterlina ha leggermente recuperato valore rispetto alle principali valute mondiali dopo mesi di discesa.
Fonte: Bloomberg, NoRiskFree
Proprio la valuta inglese sarà l’asset class più volatile fino al referendum, influenzata dalle svariate dichiarazioni che si susseguiranno e dai risultati dei sondaggi. Sul mercato inglese gli asset “ciclici” e le small cap sono stati i più colpiti da questo rischio e per tale motivo possono fornire un’interessante opportunità di investimento per chi prevede la permanenza nell’Unione. In caso di Brexit risulteranno invece meno penalizzati i Gilts, che verranno probabilmente sostenuti sui mercati da acquisti da parte della BOE.
Fonte: Bloomberg, NoRiskFree
In caso di uscita vi saranno forti movimenti anche sul mercato europeo, non solo influenzato dal rischio economico di tale decisione, ma soprattutto da quello politico. Primi forti segnali di questo rischio sono già arrivati da Paesi quali l’Austria, alle cui recenti elezioni politiche si è assistito a una fortissima crescita del partito di estrema destra, immagine del forte movimento euroscettico che si sta creando all’interno dell’Unione Europea.
Se l’azionario ha già avuto una correzione a seguito di tali rischi (economici e politici), essendo il più vulnerabile tra i mercati, l’obbligazionario, nonostante sia sostenuto dalla BCE ha già evidenziato come le procedure messe in atto da Draghi vacillino rispetto ai possibili effetti del referendum inglese. Il tanto declamato spread BTP-Bund ha iniziato a prezzare quello che Mario Draghi ha identificato come “ridenomination risk” ovvero la possibilità di un possibile divorzio valutario dell’Italia dalla Germania. L’aumento della probabilità di un evento di questo tipo porterebbe effetti dirompenti sui titoli di stato italiani, ovvero ad un forte innalzamento dello spread e soprattutto ad un forte aumento del costo di finanziamento del debito pubblico italiano. OMT e QE dovrebbero cercare di mitigare gli effetti di questo rischio ma hanno dimostrato di non funzionare come si vorrebbe, se non addirittura di avere effetti perversi.
Nubi scure permangono sull’Europa, che fa fatica a ripartire, nonostante euro e petrolio la stiano aiutando, con la possibilità di un’improvvisa tempesta se alcuni rischi geopolitici (Brexit, elezioni spagnole, possibile peggioramento della situazione greca) si dovessero verificare.
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